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Comunicato stampa: -1,7% a giugno 2011, continua lo sfacelo nel mondo dell’auto

Roma, 1° luglio 2011Il mese di giugno, con 168.832 immatricolazioni, registra un decremento del -1,7% rispetto allo stesso mese del 2010. Il dato, proiettato su tutto l’anno, conferma la previsione di Federauto a 1.800.000 immatricolazioni di cui, probabilmente, solo 1.200.000 a clienti privati. Un vero sfacelo per tutti: Case Costruttrici, Concessionari, Governo e Sistema Paese.

Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, l’associazione che raggruppa i concessionari ufficiali di tutti i marchi automobilistici commercializzati in Italia di auto, veicoli commerciali e veicoli industriali, così commenta i dati diffusi oggi dal Ministero dei Trasporti: «Al termine del primo semestre dell’anno confermiamo la nostra profonda preoccupazione per la caduta della domanda espressa dalle famiglie italiane che continuano a ridurre i consumi, in primis quello dell’auto. I concessionari registrano anche una forte flessione degli ordinativi che si tradurrà in una ulteriore contrazione dell’immatricolato nei mesi successivi. Poiché questo si concretizzerà in minori entrate per lo Stato per circa 2 miliardi di euro, il Governo, invece di ricercare strumenti per rilanciare la domanda, aumenta la pressione fiscale: IPT, accise sui carburanti, addizionali alle tasse automobilistiche. Nonostante da mesi dichiari di voler ridurre la pressione fiscale. Con ciò condizionando negativamente la propensione all’acquisto di autovetture e compromettendo ulteriormente la possibilità di una ripresa».

Pavan Bernacchi conclude: «E’ da mesi che aspettiamo la convocazione del tavolo di lavoro promessoci dal Ministro dello Sviluppo Economico, On. Paolo Romani, su cui poter analizzare le varie e pesanti problematiche del settore e ricercare con tutti gli attori della filiera delle soluzioni condivise. Purtroppo tra terremoto in Giappone, crisi libica, sbarchi di immigrati, elezioni amministrative e referendarie, ballottaggi, vertici di maggioranza, scontri tra esponenti del Governo sulla riforma fiscale, l’autoveicolo è passato in secondo piano con i disastri che sono sotto gli occhi di tutti. Chiediamo al Governo di mantenere le promesse fatte e di riunirci al fine di trovare delle soluzioni, prima che i danni diventino irreparabili. Non mi stancherò mai di ricordare che il nostro settore pesa il 12% del PIL italiano e impiega circa 800.000 addetti. Numeri di tutto rispetto che rischiano di affossare il sistema Paese».

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