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Istat: pubblicato il Rapporto annuale 2016

Prosegue la graduale ripresa dell’economia italiana grazie soprattutto alla domanda interna e alla politica monetaria espansiva della Bce: la crescita acquisita per il 2016 è dello 0,6%. È quanto si legge nel Rapporto annuale dell’Istat per il 2016. “Gli indicatori anticipatori suggeriscono la prosecuzione di una graduale ripresa della fase ciclica internazionale nei primi mesi del 2016, nonostante l’ulteriore rallentamento delle economie emergenti”, spiega il rapporto, sottolineando che “nei Paesi avanzati l’attività economica dovrebbe continuare a beneficiare della ripresa della domanda interna e degli effetti di stimolo della politica monetaria”. Per quanto riguarda in particolare l’Italia, “dopo la contrazione degli ultimi tre anni, nel 2015 il Pil in volume ha segnato una moderata crescita (+0,8%), che riflette la marcata accelerazione dell’attività nel primo trimestre e il progressivo rallentamento nel resto dell’anno”. Secondo la stima preliminare dell’Istituto di statistica, “nel primo trimestre 2016 il Pil ha registrato una crescita dello 0,3% sul trimestre precedente e dell’1% su base annua. La variazione acquisita per il 2016 è pari a +0,6%”.  

Nel 2015 occupati +0,8%, ma resta forte il  divario Nord-Sud

Crescono gli occupati in Italia, ma il gap tra Nord e Sud resta rilevante. Lo sottolinea l’Istat nel rapporto annuale, secondo cui “nel 2015 gli occupati sono 22,5 milioni, 186mila in più sull’anno (+0,8%). Malgrado la crescita sia per metà concentrata nel Mezzogiorno, i divari territoriali rimangono accentuati: risultano occupate oltre sei persone su 10 nel Centro-nord e quattro su 10 nel Mezzogiorno”. L’aumento di occupazione “è più forte tra gli uomini (+1,1% rispetto a +0,5%) ma, in un confronto intertemporale più ampio, mentre le donne superano di 110mila unità il numero di occupate del 2008 gli uomini sono ancora sotto di 736mila”. “Il tasso di occupazione degli uomini – aggiunge l’istituto di statistica – sale al 65,5% nell’ultimo anno (+0,8 punti sul precedente), mentre quello delle donne si attesta al 47,2%, +0,3 punti sull’anno ma circa 13 in meno della media Ue”.

Fonte: Confcommercio.it