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Comunicato stampa – Assise Federauto: Basta tasse sugli autoveicoli e nuovo patto con le Case automobilistiche

Roma, 4 dicembre 2012 –  “In termini di fatturato valiamo 12 volte l’Ilva di Taranto – detto con il massimo rispetto per quella realtà industriale – ma in pochi sembrano accorgersi dei disincentivi che si sono abbattuti sul mondo degli autoveicoli, e quindi sui cittadini”. Esordisce così il presidente di Federauto, Filippo Pavan Bernacchi, all’assise annuale dei concessionari italiani nell’ambito del Motor Show in programma oggi a Bologna. “Rispetto a 20 anni fa – ha proseguito Pavan Bernacchi davanti a oltre un migliaio di concessionari, manager, giornalisti e addetti al settore – la benzina è cresciuta del 170%, i costi assicurativi del 202%, i pedaggi autostradali del 198%. E come se non bastasse, la detraibilità-deducibilità delle auto aziendali – al 40% sino a un anno fa – si è ulteriormente ridotta al  27,5% e passerà addirittura al 20%, mentre nel resto dell’Europa è salda al 100%. Con il paradosso, uno dei tanti, che per finanziare la riforma del Lavoro si creano nuovi disoccupati. Per effetto della contrazione dei volumi nel 2012 – secondo Italia Bilanci – il 65% dei concessionari chiuderà in perdita. E i dati sulle immatricolazioni di novembre (-20,1%) confermano la previsione di una perdita del 20% delle vendite per il 2012, proiettando l’anno a circa 1,4mln di unità: significa che abbiamo perso oltre il 40% del mercato in cinque anni”.

Ma per il presidente Federauto – l’associazione che rappresenta i concessionari di tutti i brand commercializzati in Italia di auto, veicoli commerciali, veicoli industriali e autobus – la ripresa è possibile a patto che si cambino le regole, a partire dal rapporto Case-Concessionarie. “Non ci sono e non ci saranno più i volumi di una volta – ha detto – quindi il sistema così come è stato concepito non regge. Occorre un nuovo patto, un nuovo pacchetto di regole tra costruttori e concessionari. Occorre cambiare perché oggi sembra che la profezia dei Maya valga soprattutto per chi fa il nostro mestiere. E’ la prima volta da quando è stata prodotta l’automobile che flettono contemporaneamente il nuovo, l’usato, i veicoli commerciali, gli industriali, i ricambi e diminuiscono le manutenzioni e le riparazioni. E, mentre i Costruttori, tutte multinazionali, possono marginare nel resto del mondo, i concessionari italiani devono confrontarsi solo con il mercato domestico”.

In merito ai possibili supporti alla domanda chiesti a gran voce dal 95% dei dealer generalisti, Pavan Bernacchi si chiede “come mai, se gli incentivi sono ritenuti una distorsione del mercato, è finanziato il fotovoltaico con svariati miliardi di euro? E perché l’Europa si accinge a varare un piano di incentivi per i costruttori alla voce ‘ricerca e sviluppo’? Almeno – osserva il presidente di Federauto –  i nostri incentivi andrebbero interamente nelle tasche degli italiani, privati e aziende, mentre noi avremmo il vantaggio indotto di aumentare i fatturati. Invece a gennaio entrerà in vigore una legge porcellum sull’auto che farà buttare decine di milioni di euro allo Stato, in un momento dove i denari pubblici dovrebbero essere investiti con estrema attenzione, senza spostare una virgola. Una legge respinta, senza appello, da tutti gli attori della filiera automobilistica italiana”.

Il vicepresidente Mario Beretta ha poi indicato come decisivo per il cambio di rotta, il dialogo con la Commissione Europea con l’obiettivo di riequilibrare il rapporto tra costruttori e concessionari su temi fondamentali: dai tempi di recesso,  motivi di recesso, condivisione degli investimenti…

Dal canto suo la Federazione è impegnata a eliminare dai mandati di concessione le possibili “clausole vessatorie”, combattendo nel contempo il concetto di “dipendenza economica” e  l’abuso, da parte di alcune Case, di posizione dominante.

Pavan Bernacchi conclude con una serie di proposte che riguardano direttamente le tasche degli italiani, allo scopo di “uscire dal tunnel e incentivare i consumi di un parco auto ormai sempre più vecchio. In tal senso sposiamo la proposta dell’Aci per una riduzione del 40% della Rc auto e chiediamo all’Esecutivo di fissare un tetto massimo per legge alle accise, aumentate ben 7 volte durante il Governo Monti”.

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