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Comunicato stampa – Il 95,5% dei concessionari italiani chiede ecoincentivi triennali mentre il mercato, rispetto al 2007, perde il -44%

Roma, 19 aprile 2012 – Il 95,5% dei Concessionari italiani ritiene ‘fondamentale’ l’adozione immediata di un piano triennale di supporto alla domanda finalizzato allo svecchiamento del parco circolante. Il grido di allarme dell’automotive italiano, in preda a una contrazione delle vendite senza precedenti (-44% rispetto al 2007), arriva questa volta direttamente dai dealer attraverso un sondaggio diffuso oggi dall’Osservatorio Federauto, l’associazione che rappresenta i concessionari di autoveicoli di tutti i marchi commercializzati in Italia.

Per i concessionari italiani dei brand generalisti occorre attuare subito un ‘piano triennale per svecchiare i 14 milioni di autoveicoli che hanno più di 10 anni’. Auto che inquinano e che spesso non sono dotate di dispositivi oggi irrinunciabili, anche per il bene della collettività, come Abs, Airbag, ESP. Il piano, che Federauto ha recentemente presentato al Governo, e che è condiviso dai concessionari pressoché all’unanimità, prevede stimoli alla domanda da parte dello Stato fino alla ripresa naturale del mercato, che gli analisti prevedono possa avvenire dal 2015.

Federauto fa presente che il mercato italiano dell’auto dal 2007 a oggi ha perso circa 1.100.000 di pezzi, pari al -44%. Un vero massacro. E infatti se il 2007 aveva chiuso a 2.470.000 pezzi, nel 2012 sono attesi 1.370.000.

“Si tratta – ha detto il presidente di Federauto, Filippo Pavan Bernacchi – di un piano a tutela di migliaia di imprese ma soprattutto dell’occupazione di un settore che sino a oggi ha garantito 1,2 milioni di posti di lavoro. Noi di Federauto – ha aggiunto Pavan Bernacchi – abbiamo da tempo presentato al Governo un piano articolato e dettagliato che avrebbe l’obiettivo di riportare il mercato attorno ai 2 milioni di pezzi, ossia alla media degli ultimi 5 anni. Se pensate che su ogni auto invenduta lo Stato non introita circa 5.000 euro tra Iva e tasse varie, si capisce subito che si tratta di un progetto a costo zero, con tutti gli aspetti positivi legati allo svecchiamento del parco circolante: minori emissioni, maggior sicurezza, tutela delle aziende dirette e dell’indotto e di centinaia di migliaia di posti di lavoro. Mi preme ricordare che i sostegni alla domanda finiscono nelle tasche dei clienti, e non delle case automobilistiche o dei concessionari, che godrebbero però dell’effetto indotto di maggiori fatturati in un periodo di crisi senza precedenti da quando è stata inventata l’automobile. Il nostro piano sarebbe triennale, altrimenti non se ne fa nulla, e prevede una exit strategy dove, via via, gli importi dello Stato diminuiscano fino a sparire. Un modus operandi che in Italia non è mai stato adottato e che offre svariati vantaggi per tutti”.

Federauto rimarca che bisogna fare presto, perché se le case automobilistiche stanno facendo della delocalizzazione dei mercati la propria arma vincente, i concessionari italiani non hanno questa opportunità e sono gli unici ad essere rimasti con la miccia della crisi in mano.

Figura 1 – OSSERVATORIO FEDERAUTO (domanda posta ai soli concessionari generalisti di tutti i brand commercializzati in Italia)

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