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Comunicato stampa: Mercato auto marzo 2014 in stagnazione: +4,96%

Roma, 1° aprile 2014 – Secondo i dati diffusi dal Ministero dei Trasporti il mese di marzo si è chiuso con 139.337 immatricolazioni di autovetture nuove, segnando un incremento del +4,96% rispetto a marzo 2013.

Federauto evidenzia che nonostante venerdì scorso disponesse di una proiezione di chiusura compresa tra il +8% e il +10%, gli ultimi giorni non hanno confermato l’aumento atteso. Questo a dimostrazione che siamo in presenza di un mercato isterico, difficile da interpretare.

“Voglio lanciare un messaggio chiaro: il risultato delle immatricolazioni di marzo non può essere letto come una ripresa. E’ vero il contrario: siamo in piena stagnazione. E infatti con il dato di marzo il I trimestre 2014 proietterebbe l’anno a circa 1.380.000, cioè ai numeri del 2012 che hanno prodotto innumerevoli disastri”, afferma Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto.

Aggiunge Cesare De Lorenzi, presidente dei concessionari Citroen: “I dati vanno interpretati con attenzione. Il risultato di marzo è da attribuire principalmente a un movimento di breve periodo delle immatricolazioni delle società di noleggio, il cui trend è spiegato, per il lungo termine, dal recupero dei contratti precedentemente prorogati e, per il rental, dall’eccessiva riduzione della flotta nel periodo precedente. A questo si aggiunga che il mese è stato sostenuto da una robusta dose di kilometri 0”.

Federauto rimarca che la componente più importante della domanda, ossia quella dei privati – e quindi delle famiglie – arranca e, nonostante le aggressive strategie promozionali messe in campo da tutte le marche, continua a generare volumi critici.

Conclude Pavan Bernacchi: “E visti i dati diffusi oggi sul tasso di disoccupazione, a febbraio pari al 13%, non c’è da stupirsi. Più di 3 milioni di italiani senza lavoro sono un limite gravissimo per la nostra economia e grave freno ai consumi interni. Oltre che un dramma sociale. E’ per questo che il governo dovrebbe cambiare marcia all’insegna della discontinuità con il passato. Basta balzelli sugli autoveicoli, che hanno allontanato i nostri clienti dall’acquisto e dall’uso. Tassazione esagerata e insensata che ha danneggiato per primo lo Stato, che l’anno scorso ha introitato circa 3 miliardi di euro in meno dal nostro settore. Se le vendite, in questo contesto sfavorevole, si attesteranno su questi bassi volumi – pari al -30% rispetto a quello che il mercato Italia dovrebbe esprimere – a farne le spese saranno le concessionarie, le officine e tutto l’indotto, che contribuiranno a ingrossare le file dei disoccupati in una spirale negativa senza fine”.

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