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Comunicato stampa: Auto in Europa, l’Italia arranca e dalla politica sembra arrivare un primo segnale positivo verso il settore

Roma, 17 settembre 2013 – “I dati diffusi oggi dall’ACEA, relativi all’andamento delle immatricolazioni di autovetture nuove in Europa, indicano che in un panorama negativo l’Italia è, fra i grandi mercati, uno di quelli che soffre di più. L’economia reale, di cui il mercato degli autoveicoli è la principale cartina di tornasole, non mente: l’Italia arranca e non si intravede una via d’uscita a breve termine”. Questo il commento di Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, l’associazione che rappresenta i concessionari di autoveicoli di tutti i brand commercializzati in Italia.

Aggiunge Cesare De Lorenzi, vicepresidente di Federauto: “Il mondo politico sembra stia facendo del proprio meglio, ma il Paese ha bisogno di risposte immediate che facciano ripartire i consumi interni, che rilancino le aziende, le uniche che possono dare lavoro, occupazione, dignità ai lavoratori. Come è noto, la filiera dell’automotive in Italia occupa 1.200.000 addetti, fattura l’11,4% del PIL e partecipa al gettito fiscale complessivo per il 16,6%. Nonostante questi numeri la politica sembra non occuparsene lasciando che le aziende si sfaldino e che centinaia di migliaia di lavoratori vengano messi su una strada. Tra l’altro senza prospettive di altri impieghi”.

Conclude Pavan Bernacchi: “I contatti con il Governo sono in corso, ma attendiamo un gesto concreto di attenzione. Sottolineo concreto, perché le chiacchiere stanno a zero. A noi servono dei provvedimenti tangibili come si è fatto per l’edilizia, la nautica, gli elettrodomestici. In questo senso accogliamo positivamente le dichiarazioni rilasciate a Missione Mobilità dal Vice Ministro dell’Economia Casero e dal Presidente della Commissione Finanze alla Camera, Capezzone, in favore di interventi per la soppressione della tassa sulle auto di lusso e per la diminuzione della pressione fiscale sugli automobilisti. Sarebbe un primo segnale verso un settore distrutto dalla recente politica fiscale”.

 

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