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Comunicato stampa: Se vogliamo far ripartire i consumi l’IVA andrebbe abbassata

Roma, 4 giugno 2013 “Aumentare l’IVA, ovvero aumentare ancora la pressione fiscale, significherebbe contrarre ulteriormente i consumi in un Paese in cui quelli interni valgono l’80% del totale. Sarebbe assurdo e incomprensibile dato che lo stesso Governo Letta si è reso conto che l’Italia sta morendo di tasse, di una pressione fiscale su famiglie e imprese che non ha eguali nel mondo. Mi preme ricordare che la pressione fiscale nel 2012 è salita al 44%, in aumento rispetto al 42,6% registrato nel 2011. E questo dato ha contributo a far crollare i consumi, su cui si basa la nostra economia. Nel 2012 infatti la spesa per consumi delle famiglie ha mostrato un’ampia contrazione in volume, pari al -4,3%, dopo essere risultata quasi stabile nel 2011. Ma se parliamo di trasporti la contrazione è doppia rispetto alla media, ovvero -8,5%”. Lo ha detto oggi il presidente di Federauto, Filippo Pavan Bernacchi, che ha commentato l’ipotesi di aumento di 1% di Iva a partire dal 1° luglio. “E’ obbligatorio sottolineare che l’eccessiva pressione fiscale è una delle principali cause di fallimenti di imprese, negozi, artigiani, delocalizzazione all’esterno per chi può, perdita di posti di lavoro. A suon di tasse stiamo distruggendo la nostra economia reale. Nessuno oggi, nessuno, può pensare che alzare ancora le tasse sia la soluzione. Quando un’azienda chiude o delocalizza, non riaprirà forse mai più all’interno dei nostri confini, bruciando milioni di posti di lavoro che impiegheremo decenni a ricreare. E’ ora di dire basta a chi vuole creare danni irreversibili alla già martoriata Italia e agli italiani. L’Iva? Se vogliamo fare qualcosa: abbassiamola!”.

Conclude Pavan Bernacchi: “Inoltre un punto di IVA, che per un telefonino sono pochi spiccioli, su ogni auto peserebbe circa 170 euro. E di questo il Governo ne deve tenere conto, così come dovrà osservare che il settore – già martoriato da misure devastanti negli ultimi 2 anni – contribuisce per il 16,6% delle entrate fiscali complessive del Paese. Chiediamo infine al Governo a chi gioverebbe la morte di un settore, quello dell’automotive, che sino ad oggi ha rappresentato un valore, con l’11,4% del Prodotto interno lordo nazionale e con 1,2 mln di occupati?”. 

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