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Comunicato stampa: Comprendiamo la posizione dell’ A.D. di Fiat ma noi che commercializziamo i prodotti abbiamo esigenze differenti e l’IVA al 23% da ottobre ci creerà nuovi danni

Roma, 7 marzo 2012 – Nella giornata di ieri, durante una conferenza stampa organizzata nell’ambito del Salone dell’Auto di Ginevra, l’a.d. di Fiat, Sergio Marchionne, ha affermato: “Non vogliamo né incentivi né assistenza finanziaria”.

Federauto, che rappresenta i concessionari italiani di tutti i brand commercializzati in Italia di auto, veicoli commerciali, veicoli industriali e autobus, esprime un punto di vista differente.

“Ho pieno rispetto della posizione espressa dal dottor Marchionne che ha dichiarato di non volere nuovi incentivi. Al suo posto avrei detto la stessa cosa”, dichiara Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto. “Noi concessionari di tutti i marchi commercializzati in Italia abbiamo però esigenze diverse rispetto ai Costruttori. Poiché il terreno è minato vedo di spiegare i nostri perché in estrema sintesi. Prima di tutto, quando si parla di auto, ci si riferisce spesso ai Costruttori e alle fabbriche, dimenticando chi poi le vetture le vende e le assiste. Senza tema di smentita una parte fondamentale della filiera. In subordine, mentre le Case Auto, tutte multinazionali, riescono a compensare le perdite europee attraverso lo sviluppo di altri mercati mondiali, i concessionari no. Noi dobbiamo operare solo nel mercato domestico affrontandone luci e ombre. E per i prossimi anni prima Berlusconi e poi Monti ci hanno prospettato, per risanare il Paese, solo ombre”.

Federauto coglie l’occasione per ricordare che la crisi dell’auto in Italia ha peculiarità tutte sue, e infatti il mercato Italia sta perdendo oltre 2,5 volte in più rispetto alla media europea.

Conclude Pavan Bernacchi: “Riteniamo che da questa crisi inizieremo ad uscire dal 2015. Basti pensare che a ottobre il Governo ha confermato che l’IVA passerà al 23% con ulteriori effetti sulla contrazione della domanda, sull’aumento dell’inflazione e di moltiplicatore delle accise. Un piano triennale volto allo svecchiamento del circolante vedrebbe tanti vincitori: lo Stato, che introiterebbe più IVA e tasse correlate, i Concessionari che potrebbero contenere i danni da qui alla ripresa, l’occupazione che potrebbe lenire gli effetti negativi su un comparto che occupa 1.200.000 addetti, e la collettività per una migliore qualità dell’aria e una maggiore sicurezza stradale. Dulcis in fundo i Clienti, i veri beneficiari di un piano strutturato volto allo svecchiamento del parco attraverso la spinta di vetture a basso impatto ambientale”.

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